Masculini cunzati
- Alici frescheq.b.
- Olio extravergine d'olivaq.b.
- Limoneq.b.
- Saleq.b.
- Prezzemoloq.b.
- Aglioopzionale
- Peperoncinoopzionale
Questa ricetta ha il solo scopo di rendere nota un'usanza prettamente catanese, visto che in fin dei conti non si tratta di nulla di eccezionalmente particolare..!
Tradizionalmente, è sufficiente deliscare e pulire le alici (masculini)
e porle in un piatto fondo, condirle con gli ingredienti citati (almeno quelli non opzionali)
e sono pronte da mangiare.
La qualità delle alici è subordinata al metodo di pesca.
Quelle di 'maglia', sono più buone e pregiate e oltre dal periodo (generalmente verso novembre) si riconoscono dalle ferite che si procurano per liberarsi dalla maglia della rete. Poi ci sono le alici del 'cianciolo', meno pregiate e saporite, che non presentano ferite. Si sostiene che siano proprio le ferite prodotte a consentire al pesce di 'scaricare' del sangue e dunque di addolcirsi.
Ma molti se le pappano in qualsiasi periodo e non badano certamente al tipo. Altri addirittura le puliscono senza deliscarle, provando una celestiale goduria a mangiarle tenendole per la coda e cavarne la polpa coi denti, lasciando la lisca!
Una variante, consiste nel coprire le alici pulite e deliscate con abbondante succo di limone e lasciarle marinare così per 24-36 ore. Poi metterle in un barattolo e coprirle con olio d'oliva. Si possono consumare entro una settimana!
P.S. Una volta, i catanesi causavano terrore, stupore e disgusto per il fatto di essere mangiatori di pesce crudo. Poi... con il boom della cucina giapponese, tutti a mangiare sushi! Questa è la vita! E' doveroso tuttavia precisare che, il catanese non mangia per abitudine ogni sorta di pesce crudo, ma si limita alle alici. Fanno eccezione i gamberi freschi, i tentacoli di seppie e calamari (dette 'nzinzole'), il 'mucco' (avannotto, neonato) e qualche 'scoppularicchi' (calamari o seppie piccolissime...). Comunque sia: viva le masculine cunzate!