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Puzzle Catania - Cultura

UNA VOLTA, IN CERTI CASI ...

Sicuramente avrete letto la storia della 'cimmata dei vermi', una storia che sa di occulto, legata a credenze popolari. C'erano però dei rimedi, a quanto pare funzionanti, nei casi di tutti i giorni.

Ad esempio, quando ci si 'spaccava la testa', anticamente si usava 'u piddu', che era l'infiorescenza del giunco. Qualcuno invece usava 'a pala di ficurinia', ovvero il succo della grassa foglia della pianta del ficodindia, o magari sottili fette della stessa. Ma il rimedio per eccellenza, istantaneo, veloce, abbondante, era lo zucchero..! E spesso, il 'fittulicchiamentu' delle vicine era tale, che si verificava il bis, tris ecc. di zucchero in testa.

Ma c'era di meglio. Mi racconta una mia amica di Nunziata di Mascali (CT), che da piccola cadde sulla lama della zappa, procurandosi un taglio profondo ma sottile. Ebbene, il padre la costrinse per 48 ore, a tenere il ginocchio leso, teso ed appoggiato su una sedia (ovviamente la bimba fu supportata nei suoi bisogni con mezzi idonei). Sulla ferita, pose con infinita pazienza, la pellicina dell'uovo freschissima (che assomiglia all'attuale Teflon..!), che vi aderì a meraviglia. La mia amica, oggi sessantenne, ha un ginocchio esteticamente perfetto, in quanto si vede solo una sottilissima cicatrice senza sbavature!

Se invece da bambino si prendeva un grosso spavento, oltre allo spauracchio dell'odiata 'cimmata', subentrava il terrore del terzo grado. Tutti i presenti, vicine comprese, ti interrogavano per capire quale fosse il grado di paura. Ma in ogni caso, dovevi 'pisciare subito' o il sangue si sarebbe 'ammalignato'..! Non era un problema il 'pisciare', credetemi, quanto il fatto che, lo dovevi fare in un angolo, davanti ai presenti, per tranquillizzarli. E subito, quei figli di 'nchiappata' dei compagnetti, bambine comprese, attaccavano in coro l'odioso porno-tormentone: 'Veggogna. A gnoccula 'i fora, eh eh..!' (Vergogna. Il pisellino di fuori, eh eh..!)

E poi c'era la temuta pertosse intesa come 'tussi cummissiva'. I bimbi avevano vere e proprie crisi di soffocamento, arrivando ad 'anniricare'. Li si metteva a testa in giù tenendoli per i piedi come i polli e scuotendoli con vigore o addirittura lanciandoli sul materasso. Nei casi più ostici, si ricorreva ai metodi tradizionali. Ad esempio, portarli a 'ciaurari a picireca' (annusare la pece greca, alias asfalto) o fargli 'tagliare l'aria', portandoli 'sutta e minni da za Jana' (sotto le tette di zia Sebastiana), località limitrofa a Nicolosi (CT), così intesa per la presenza di due belle montagnette adiacenti..!

Ad ogni modo, ci si creda o no, molte generazioni si sono susseguite grazie a questi espedienti, dei quali i bimbi sono stati le principali cavie. Dalla 'ciaurata' del petrolio in caso di vermi, di asfalto in caso di pertosse, stelo di prezzemolo intinto d'olio nel buchino del culetto in caso di stipsi, affumicamento con carta di giornale imbevuta d'olio all'ingresso anale (e relativa preghierina) in caso di emorroidi, un giorno di digiuno, mangiando solo 200 grammi di bruscolini, in caso di tenia ('vemmu tagghiarinu'), ma, soprattutto, ogni Sabato mattina, la 'lavanna'..!

Si trattava di un vero e proprio blitz per acchiappare figli o nipotini e somministrar loro l'odiato clistere di acqua e bicarbonato che, a parer loro, 'pulizziava i vuredda' (puliva gli intestini). Era una terapia preventiva e appezzabile, siamo d'accordo ma... guai se un bimbo mollava una scoreggia che faceva 'fetu' (puzza): doppia razione! E che io sappia, le scorregge non sono mai state usate nelle profumerie per farci l'Eau de Cologne..!

LE SFILATINE

Non si tratta di una forma di pane. Così venivano definite le slogature, di cui sovente erano vittima i bambini. Per cui, ci si rivolgeva ad esperti del settore. Vari personaggi si sono messi in luce nei vari quartieri, C'era la 'Tre Piccioni', 'Gullotta delle bombole', 'la zia Pippa' ed altri ancora. Ovviamente qualcuno era più quotato, ma qualcosa comunque li accomunava. Tipo l'utilizzo dell'olio d'oliva per massaggiare o l'albume d'uovo sbattuto col quale si imbeveva la garza che sarebbe servita per una sorta di ingessatura, nei casi delicati!. Solitamente, non chiedevano compensi, ma si trovava il modo per sdebitarsi, per non sentirsi in obbligo.

L' OCCHIATURA

Quando una persona attraversava dei periodi difficili, avversi, o meglio, accusava inconsueti mal di capo, si pensava fosse vittima di qualche sortilegio: l'occhiatura.
Spesso addirittura si colpevolizzava qualche persona in base al modo di guardare, di trattare o magari per semplice antipatia personale o per sentito dire. E allora si andava da questi esperti che, dopo aver fatto accomodare la vittima, gli ponevano in testa un piatto con un dito d'acqua, sulla quale facevano cadere una goccia d'olio. Se l'olio rimaneva compatto o se invece si suddivideva in piccole parti, allora era occhiatura o no..! In caso positivo, recitavano un rituale e assicuravano con orgoglio che l'occhiatura era sparita.

MITI E SPAURACCHI

Oggi i bimbi nascono con l'IPhone già in mano, ma una volta, pur essendo svezzati a furia di panicotto e pira coscia (delisioso tipo di pere), erano alquanto trummittuni (ingenuotti). Ricordo che, per paura che gli si 'sfilasse la carina (slogasse la schiena) si tenevano avvolti in fascie, con dentro l'immancabile santino, possibilmente di S. Antonio, fino a circa 6 mesi..! Quando facevano i tosti (discoli), allora subentravano gli spauracchi: Ora veni 'u mammattrau' (Adesso viene Mamma Drago), oppure Fai chianciri 'o Signuruzzu (Fai piangere Gesù Bambino) o il fatidico Viri ca mori 'a mamma (Farai morire la mamma). Quest'ultima frase, veniva usata anche quando i bambini incrociavano le mani dietro la nuca, ad imitare la forma della croce.

Per la Festa dei Morti (2 Novembre) i bambini aspettavano i giocattoli che, secondo la credenza, sarebbero stati portati durante la notte da parenti o conoscenti defunti. Ovviamente erano i genitori a portarli. Per evitare di essere scoperti, si diceva ai bambini di non aprire gli occhi nemmeno se avessero sentito rumore, altrimenti i Morti 'ntuppavunu l'occhi 'cca cira (avrebbero chiuso loro gli occhi con la cera). Stranamente, i bimbi facevano i buoni nei giorni che precedevano la festa, altrimenti i Morti, invece dei regali ci rattaunu 'i peri (avrebbero grattato loro i piedi)..!

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